«L'ente parco naturale vuole favorire l'estrazione o salvare le montagne?»
«L'Amministrazione comunale di Massa ha recentemente annunciato di voler riaprire sette cave di marmo incurante di critiche e perplessità». Così intervengono i Grig, gruppi d'intervento giuridico, con un comunicato del direttivo nazionale sulla recente decisione della giunta Persiani. E di critiche e perplessità ne muovono parecchie.La riapertura avviene attraverso i piani attuativi dei bacini estrattivi (i cosiddetti Pabe) che, entro il 31 dicembre 2019, dovranno pianificare le attività estrattive in attuazione del Piano di indirizzo territoriale (Pit) con valenza di piano paesaggistico e della legge regionale 65 del 2014Ma dove sarebbero questi siti di cava legittimamente riattivabili?L'associazione ecologista ha inoltrato ieri una specifica istanza di accesso civico, informazione ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti alle amministrazioni pubbliche competenti: i ministeri dell'ambiente e per i beni e attività culturali, la regione Toscana, la Soprintendenza per archeologia, belle arti e paesaggio di Lucca, il comune di Massa, il parco naturale regionale delle Alpi Apuane, i carabinieri forestali, informando, per opportuna conoscenza, la Commissione europea e la procura di Massa.
I Grig contro l'amministrazione «No alle cave in zona protetta»
Secondo l'associazione ecologista non ci sono i presupposti giuridici per riaprire