«Carrara avrà un futuro se investe sul suo passato». Non ha mezzi termini Andrea Fusani, storico dell’arte e dottorando al dipartimento Civiltà e forme del sapere di Pisa, una vita trascorsa fra il rilancio del centro con il suo celebre locale «Fuoriporta» e l’interesse e la formazione per l’arte, profondo conoscitore dell’humus della città, della sua arte e e del suo cuore. Il nostro è un centro bellissimo, un territorio naturalmente baciato da Dio. Cosa manca per avere un città viva a tutti gli effetti come Carrara meriterebbe? «Non si può pensare a un rilancio se non si parte dalla cultura. La pandemia deve essere un momento di riflessione per la città. I fondi che arriveranno andranno usati in maniera intelligente. Carrara deve ripensare alla sua storia, costruire sulla sua identità che negli ultimi tempi è stata trascurata. Diventata inesistente. Bisogna ricostruire il nostro passato per investire sul futuro. Diciamo che siamo una città in crisi di identità. La delocalizzazione delle botteghe del marmo, la perdita di numerose attività che un tempo avevano sede nel centro storico ha determinato la morte progressiva del centro che era un laboratorio di arte» Possiamo fare qualcosa? «Non possiamo, dobbiamo fare qualcosa Abbiamo il dovere.