Il Tirreno
Due sono i pilastri, i fondamentali della Versilia: il mare e il marmo. Sul mare è sorto il turismo. Sul "Marmo Nostrum" è sorta l'industria. Questa era già nota ai romani. Eppoi Michelangelo, spinto dai Medici fiorentini assatanati di gloria eterna, venne, dopo Carrara, sulle Apuane e spalancò la via all'impresa. Non fece in tempo a ricoprire di marmi la facciata del bel "San Lorenzo" in Firenze perché, come noto, il papa lo preferì pittore alla Sistina. Però dopo di lui arrivò il Giambologna, altro genio dell'architettura maestosa, e il monte Altissimo non venne più abbandonato. E fu preda e fu miracolo e sostegno dell'industria versiliese anche ai tempi nostri, che sono tempi di pandemia. «Noi, - mi informa Paolo Carli, presidente della Henraux ed eccellenza tra le eccellenze della riviera operosa - lavoriamo ancora a buon ritmo perché dobbiamo smaltire le tante pregresse ordinazioni. Ma dopo? Forse ne usciremo nel 2024. Abbiamo clienti cinesi, americani, arabi. Io non posso muovermi da Querceta perché là occorrono due settimane di quarantena, là tre. Com'è possibile frequentare ed accogliere i clienti?». La Henraux impiega 130 dipendenti. Occupa un'area di 55mila metri quadri. È un gigante tra i molti concorrenti del settore.