Genova - Un terzo delle cave aperte nelle colline della Liguria deve essere chiuso, con una riambientalizzazione del terreno o la trasformazione - dove possibile - in strutture turistiche. Ma in gran parte si tratta di siti già esauriti. Mentre per il 14% sono autorizzati piccoli ampliamenti. La giunta regionale ha varato il piano regionale di gestione delle attività di cava, un documento che non veniva aggiornato da 18 anni.
L’attività estrattiva ha subito negli ultimi anni la crisi del settore edilizio, con una sensibile riduzione del lavoro. In pratica il nuovo piano non prevede nessun nuovo polo estrattivo, riduce del 30% il numero di cave e del 50% il numero dei depositi degli scarti da estrazione dell’ardesia, ma consente di reperire i materiali necessari nelle attività che già operano nel settore, nelle quali si prevedono ampliamenti per il 14% dei casi.
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