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«La recente sentenza del Tar sul ricorso presentato dalla cava Lorano II segna la vittoria della linea tenuta dall'amministrazione comunale su tutti i punti della parte del ricorso relativa alla questione della perimetratura e delle varianti postume, confermando che l'interpretazione di Piazza Due Giugno in ottemperanza al parere della Regione Toscana era sicuramente adeguata». Così si legge nella nota di Palazzo civico.«In questi mesi più e più volte l'amministrazione è stata bersagliata da chi sosteneva che si fosse limitata ad adagiarsi un po' supinamente a un "semplice parere" della Regione Toscana e da chi affermava che questo "semplice parere" potesse essere interpretato anche in modo diverso.
Molte botteghe, soprattutto in centro, hanno chiuso e le cave sul territorio laziale si muovono tra mille difficoltà. Ma la tradizione continua. Tante le richieste di pezzi audaci. Tra i fan, stilisti e costruttori. E c’è chi vuole copie a basso costo
di Flavia Fiorentino
Se Roma è stata per secoli la città del marmo, oggi trovare un artigiano che lavori questo prezioso materiale lapideo è tutt’altro che facile. Molte botteghe, soprattutto intorno a via dei Coronari, hanno chiuso, le cave di Tivoli restano attive solo in parte mentre quelle di Guidonia sono al centro di tensioni tra imprenditori e amministrazione comunale per il rinnovo delle concessioni.
https://roma.corriere.it/cronaca/cards/gli-artigiani-mestieri-vecchi-nuovi-qui-lavorazione-marmo-un-arte/tradizione_principale.shtml?refresh_ce-cp
BETTOGLI, tutto rinviato. Il prossimo 4 giugno il Tar deciderà sul futuro del monte e delle sue cave. Mentre la città torna a dividersi tra chi esulta per la conferma, seppur momentanea, al taglio dello zuccotto e chi invece auspica lo sblocco della querelle per il bene di aziende e lavoratori, nell’udienza di martedì i giudici fiorentini hanno rimandato il giudizio di merito tra due mesi. Anche allora sul tavolo ci sarà il ricorso presentato dalla Gemignani e Vanelli che chiede l’annullamento della determina comunale che vieta la lavorazione nello zuccotto.
MARMO, cala l’export e gli industriali lanciano l’allarme. Erich Lucchetti di Confindustria interviene sui numeri rossi. «Urgente che le istituzioni comprendano la gravità della situazione». Il presidente di Confindustria provinciale commenta così i dati elaborati dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo che analizza i dati dell’export dei distretti della Toscana per l’anno 2018. «Stiamo assistendo – spiega – ad un calo generalizzato delle esportazioni di materiale lapideo a livello nazionale. I rallentamenti dell’economia mondiale hanno colpito anche il settore del marmo ed oggi soffriamo guerre commerciali come qualsiasi altro prodotto italiano votato all’estero.
EXPORT: lapideo e metalmeccanica sono il traino delle esportazioni, 1,7 miliardi di euro di prodotti apuani verso l’estero. La Camera di commercio lancia lo sportello per l’internazionalizzazione. Il presidente Dino Sodini: «Aiutiamo le piccole imprese a crescere». Lapideo e metalmeccanica sono i due pilastri della provincia. Per il marmo grezzo è il secondo miglior risultato di sempre, per il lavorato il terzo miglior risultato dell’ultimo decennio. Il 2018 si chiude con un valore di esportazioni pari a quasi 1,7 miliardi di euro in calo (-0,6 per cento) rispetto ad un anno prima di 10 milioni di euro. ‘Spiccioli’ se paragonati al triennio precedente dove le perdite erano state rispettivamente del – 8,7 per cento nel 2018, 10,1 nel 2016 e 9 nel 2015. Ma consistenti se paragonati alla propensione all’export a livello regionale (+4,5) e nazionale (3,1). A fornire un aggiornamento delle esportazioni sulla base dei dati Istat, è l’analisi dell’Istituto studi e ricerche che per sostenere l’export è pronta a mettere a disposizione delle imprese lo sportello per l’internazionalizzazione.
RIVEDERE al ribasso le percentuali di resa e prevedere la possibilità di rilasciare varianti alle autorizzazioni previgenti.